E ormai da tempo che il Giappone si è imposto nel campo della moda sostenibile come uno dei paesi più innovativi, però oggi nel 2025 questo impegno raggiunge un nuovo step. Oggi vedremo infatti le nuove iniziative che uniscono le sfilate più glamour a tutta quella che è la filosofia del riciclo e della valorizzazione del Vintage. Dalla passerella alle strade di Tokyo e Osaka il nuovo concept di moda circolare sta diventando sempre di più parte integrante della mente del consumatore a dimostrazione che stile e responsabilità ambientale possono convivere.
Dalla passerella al riciclo
Durante le sfilate giapponesi di quest’anno si è notato come tutti quelli che sono i nuovi trend legati alla sostenibilità ambientale siano diventati ormai dei veri e propri laboratori che producono idee creative fashion sì ma sempre ecosostenibili.
I nuovi designer emergenti, come pure quelli ormai affermati, hanno presentato infatti collezioni realizzate interamente con materiali riciclati o tessuti rigenerati. Alcuni hanno recuperato capi vintage e li hanno reinterpretati e modificati, il tutto senza dover utilizzare nessun materiale nuovo prodotto appositamente per la sfilata o per la collezione in mostra.

Il Giappone è il primo paese al mondo ad aver portato in passerella vintage e upcycling
Una scelta non soltanto di stile, ma anche etica, dove si è deciso di utilizzare strategicamente materiali già esistenti per ridurre lo spreco tessile e diminuire l’impatto ambientale della produzione di massa. Ogni abito diventa così non soltanto unico ma anche un piccolo gesto verso un futuro più sostenibile per tutti.
Insomma, anche la passerella cambia volto e oltre alla sua tradizionale natura di esposizione i capi diventa qualcosa che incorpora il ciclo di vita dei materiali. Durante le sfilate giapponesi 2025 infatti le passerelle hanno incorporato installazioni interattive utili a raccontare al pubblico come un tessuto possa essere Ri rigenerato e reinventato costantemente. Un’attenzione didattica volta a rendere la moda più consapevole.
Vintage e upcycling: la nuova frontiera
E anche se questo è ormai una tendenza che sta spopolando un po’ in tutto il mondo, la moda giapponese è sicuramente una pioniera del vintage e dell’upcycling. Molte boutique e brand locali infatti promuovono ormai da tempo il riutilizzo dei capi e propongono ai propri clienti di riportare loro qualcosa acquistato in negozio per poi trasformarlo in un prodotto completamente nuovo.
Queste pratiche riducono i rifiuti e permettono di creare pezzi unici ed inediti, senza contare che da un punto di vista di fidelizzazione del cliente sono pratiche davvero utili che coniugano tradizione ed innovazione. Il vintage ormai non è più soltanto una scelta estetica, ma un vero e proprio modo di essere che mostra il proprio impegno culturale ed ambientale.

In Giappone durante la Fashion Week di Tokyo e Osaka si sono creati workshop di upcycling per aprire la strada alla moda circolare
Il Giappone nel 2025 è sicuramente uno dei punti di riferimento di questa tendenza, anche perché i designer di moda stessi hanno deciso di acquistare oggetti vintage per poi rimodificarli e combinarli alle tradizioni giapponesi storiche, come il kimono che diventa una giacca moderna in jeans riciclato.
Eventi e collaborazioni sostenibili
Ma vediamo ora quelle che sono le collaborazioni sostenibili e gli eventi che hanno visto il Giappone è protagonista non soltanto in passerella ma anche fuori. La sostenibilità, come dicevamo, è stata al centro di tutte le sfilate e la fashion Week di Tokyo e Osaka appuntato su collezioni eco-friendly che incoraggiavano i marchi a riciclare e a portare in passerella il loro vintage o quello degli altri rivisitato.

La nuova moda guarda all’ambiente anche in passerella
L’obiettivo primario è stato quello di mostrare il grande pubblico che conciliare l’eleganza e il design con la responsabilità ambientale non è soltanto una cosa possibile ma è anche la via da seguire. Parallelamente sono stati creati laboratori aperti al pubblico, mercatini di abiti riciclati e workshop di upcycling realizzati in collaborazione tra brand, artisti e istituzioni locali. Il risultato è stato che finalmente l’economia circolare del settore della moda è diventata più accessibile e comprensibile.