L’estremo oriente è affascinante e misterioso, tanto quanto la lingua. Spesso risulta molto complicato tradurre le parole dal giapponese all’italiano, ma spesso il motivo è che il significato delle parole è così intenso e complesso che non si può usare una sola parola per tradurle. Ecco 10 parole giapponesi intraducibili ma bellissime.
Komorebi
Questa parola può essere tradotta come: “la luce solare che filtra attraverso i rami e le foglie degli alberi, creando dei raggi che si muovono lentamente grazie alla brezza del vento”.
Più un’immagine che una parola. Un’immagine che se chiudiamo gli occhi possiamo vederla, in una giornata soleggiata, sotto le fronde di un albero, con il vento che si insinua tra i rami e i raggi del sole che filtrano tra le foglie.
Parole giapponesi intraducibili ma bellissime: Natsukashii
Solitamente questa parola è traducibile con “nostalgia”, ma la traduzione non è pienamente corretta. Quando in italiano pensiamo alla parola nostalgia pensiamo a dei ricordi che, sebbene siano legati a momenti felici, creano tristezza.
Natsukashii, invece, sono dei ricordi che quando rievocati creano gioia.
Tsundoku
A un primo impatto questa parola potrebbe non sembrare esattamente “bellissima”, ma un lettore sa benissimo quanto può essere bella quella sensazione di andare in libreria, comprare dei libri nuovi e accumularli in casa, nella propria libreria.
Tsundoku si può tradurre come: “l’abitudine di comprare compulsivamente tantissimi libri che vanno pian piano ad accumularsi, senza mai leggerli”.
Parole giapponesi intraducibili ma bellissime: Wabi Sabi
Questa è una delle parole giapponesi più belle in assoluto. Potremmo tradurre Wabi Sabi come “L’imperfezione è più bella della perfezione”.
Una persona, ma anche un’animale, un fiore, una pianta o qualsiasi altra cosa, è più preziosa con un difetto che rende la sua bellezza unica. La vita stessa è imperfetta ed è proprio questa sua imperfezione a renderla bellissima.
Ikigai
L’Ikigai è diventato ormai molto famoso anche in tutto l’occidente, ed è traducibile con “la propria ragione di vita, quella cosa che ti da la forza di alzarti dal letto ogni mattina”.
Parole giapponesi intraducibili ma bellissime: Yugen
Yugen è una parola davvero difficile da tradurre, potremmo descriverla come: “la consapevolezza della bellezza nascosta dell’universo, impossibile da descrivere, ma che ci da emozioni”.
È quel fascino nascosto che solo le cose che non si possono comprendere fino in fondo hanno.
Ganbaru
Ganbaru è una parola che viene spesso tradotta in italiano con espressioni di uso comune come: “buona fortuna” o “in bocca al lupo!”. In realtà il suo significato è un po’ diverso.
Non si tratta di fortuna in senso lato, infatti, ma della fortuna che noi stessi ci creiamo. Sarebbe più corretto, infatti, tradurre questa parola giapponese con “non mollare mai, persevera. Sii tenace fino alla fine e raggiungerai i tuoi obiettivi”.
Parole giapponesi intraducibili ma bellissime: Shoshin
Avete presente quella sensazione che proviamo quando ci troviamo ad affrontare o ad apprendere qualcosa di nuovo?
Shosin si potrebbe tradurre come: “l’energia e la voglia di fare, insieme alla paura di sbagliare e all’impazienza e alla curiosità di apprendere e conoscere qualcosa di nuovo”.
Kawaakari
Un’altra parola giapponese che evoca un’immagine. Bisogna chiudere gli occhi per immaginarsi il Kawaakari, traducibile come: “L’ultimo riflesso di luce sull’acqua di un fiume al tramonto”.
Parole giapponesi intraducibili ma bellissime: Fuubutsushi
Quest’ultima è una parola nostalgica, ma che evoca ricordi ben precisi. Fuubutsushi si può tradurre letteralmente con “cose che evocano ricordi legati a una particolare stagione”.
Per capire meglio, è quella sensazione che potrebbe scaturire nel momento in cui guardiamo un ciliegio in fiore e sappiamo che allo stesso modo esso è già fiorito in passato e, sempre allo stesso modo, fiorirà in futuro.